Perle coltivate con nucleo:

Australia o Perle dei Mari del Sud

La pesca delle perle australiane ebbe inizio verso il 1840, nella Shark Bay (Baia degli squali), vicino a Denham, sulla costa nord orientale dell’Australia. Intorno al 1880, fu scoperta da alcuni pescatori l’esistenza della Pinctada Maxima. La particolare dimensione di questa specie di ostrica ha catturato subito l’interesse dei commerciantie e degli allevatori. Ma a differenza di ciò che avviene negli altri Paesi produttori di perle dei Mari del Sud, l’industria australiana è sottoposta a un regime di controllo congiunto da parte del governo e di organi interni all'industria stessa; grazie a questo controllo la quantità dei molluschi selvatici pescati viene limitata dall’introduzione di un sistema a quote. Un’altra forma di controllo governativo consiste nel rilascio di licenze per la coltivazione delle perle. Le ostriche perlifere Pinctada Maxima (nelle tre varianti: labbra bianche, labbra argentate e labbra dorate) sono molto delicate e suscettibili a qualsiasi tipo di stress.

I primi sistemi di coltivazione, basati sul modello Giapponese, si sono rilevati meno efficaci per le ostriche australiane e per questo intorno agli anni ‘70 si svilupparono nuove tecniche di coltura appositamente studiate che migliorarono la qualità del prodotto. Il loro colore varia dal bianco, al rosa, dall’argento al blu e infine al giallo. La dimensione può raggiungere i 22 mm di diametro, ma la produzione si concentra nelle misure intermedie che va dai 12 mm ai 15 mm (si possono trovare perle anche “piccole” d circa 9 mm di diametro). Attualmente il 35% della produzione è di forma sferica, mentre il restante si divide tra ovali, bottoni, gocce e barocche.