Si può dire che solo a partire dal XX secolo si è sviluppato con successo il marketing delle perle di coltivazione, e con esso anche quello delle perle d’imitazione, ossia di quei prodotti artificiali “di qualsiasi composizione, costituiti da una o più parti di origine naturale e/o artificiale prodotti dall’uomo per ottenere la forma e l’aspetto delle perle” (Normativa UNI n. 10245), fabbricati interamente dall’uomo con tecnologie diverse e senza l’utilizzo dei molluschi.
Uno dei sistemi più comuni per riconoscere una perla d’imitazione da una coltivata è quello di osservare se i fori sono sbucciati, oltre alla consueta prova dello sfregamento sulla superficie dei denti.